"Le spie sono peggio delle zanzare o del morso della vipera" - DOMENICO LUIGI TIBURZI -

giovedì 14 ottobre 2010

sto lavorando... si fa per dire


Sto lavorando ad una storia cominciata oltre un secolo fa, tra macchia e palude. Tra fame e malaria. E disperazione. La storia si intitola Le orme di Tiburzi (si intuiva, no!?)..
Per il manoscritto ho preso spunto dal favoloso lavoro pubblicato da gente di grande spessore intettuale come il professore Alfio Cavoli, maremmanologo illustre ed autentico motivo di vanto per le nostre terre.
Ho preso anche spunto dalla storicamente ineccepibile ricostruzione di Angelo la Bella e Rosa Marcarolo.
Nel loro "Tiburzi senza Leggenda" è analizzata in maniera assolutamente scientifico la storia del brigante, dei suoi 24 anni di vita da latitante e, nondimeno, del contesto sociale e politico che accoglie tutta la vicenda.

Una vicenda che pare una frenetica rincorsa tra la disperazione e la fame, tra macchia e padule, tra le schioppettate dei "figli di mamma" (I carabinieri come li chiamava Domenichino) e la malaria.
Una rincorsa che ha avuto il noto esito la notte del 24 Ottobre 1896 a Le Forane di Capalbio, nella casa dell'amico Nazareno Franci...
Nel cimitero di Capalbio riposa Domenico Luigi Tiburzi, dopo esserne stato seppellito ai margini.

Anticipo che il mio lavoro avrà carattere di romanzo monografico. Con solide basi storiche che, a braccetto, portano a spasso la fantasia dell'autore, mia cioè. Con la quale mi accingo a descrivere degli sviluppi inattesi.

MicheleMarchiani

2 commenti:

  1. guarda di non farti coinvolgere troppo e non immergerti troppo nel personaggio. schizofrenico servo dei padroni e assassino di poveracci...non era proprio il massimo... guarda se trovi il film di una decina di anni fa " TIBURZI" . era fatto molto bene ma è uscito dai circuiti. doveva essere un film RAI

    RispondiElimina
  2. si Marco, ho visto il film di Benvenuti, realizzato per il centenario con la preziosa collaborazione di Alfio Cavoli.
    Certamente parto dalla consapevolezza che Domenichì era un pluriomicida. Ma è innegabile che ogni atto di violenza che ha compiuto avesse perlomeno una spiegazione. Questo vale per tutti gli omicidi che gli sono stati attribuiti (ufficiali ed ufficiosi).
    Non sono d'accordo nel definire il suo atteggiamento una sorta di servilismo. Credo che in merito ai rapporti di Domenico con i vari Collacchioni, Guglielmi, Corsini, Castiglione ecc ecc sia corretto parlare di "mutualismo".

    RispondiElimina