"Le spie sono peggio delle zanzare o del morso della vipera" - DOMENICO LUIGI TIBURZI -

giovedì 21 ottobre 2010

la fiaba nera di Domenichino

Siamo al capolinea più o meno e tra poco potrò dire:
- OK, finito!-
Novembre inizierà con la correzione della bozza.
E già a Dicembre comincerò a cercarmi un editore per questo nuovo manoscritto.
Per questa storia devo molto alle fonti. Al genio di Alfio Cavoli, ma anche al film di Benvenuti. Quello del centenario prodotto dalla RAI.
Poi ho lavorato parecchio di fantasia. Mettendo le basi per un seguito che, per sommi capi, già vive embrionalmente nella mia testolina indaffarata...

venerdì 15 ottobre 2010

Cronologia della spettacolare vita di Domenico Luigi Tiburzi


Cronologia



1836 Domenico nasce a Cellere, in provincia di Viterbo:
Non è povero. Di più. Babbo Nicola si sfonda la schiena mattina sera come bracciante. E' una infanzia difficile la sua. In stretta compagnia della fame. Appena possibile comincia a lavorare, come bracciante. Bracciante come il padre, un gradino sopra le bestie. L'equilibrio economico è sempre precario ed è un problema far quadrare i conti anche con la modesta "paghetta" del giovane Domenico che scivola direttamente dal datore di lavoro (Il signor Mazzariggi, attivissimo antipapale) nelle mani paterne
1855 Muore sua madre Lucia
La perdita della madre rappresenta uno shock che mette a dura prova l'equilibrio precario della famiglia. Con il padre malandato, tre ragazzi e il turbolento carattere di Domenico che progressivamente emerge tra cattive frequentazioni (l'amante, la Codelli definita “donna di perduta fama”, e il tavolo da gioco)
1859 Sposa Veronica
Grazie alla famiglia della moglie si solleva la situazione sociale del Domenichì, come lo chiaman tutti. Da bracciante diventa buttero, un lavoro sicuramente più quotato
1864 Nasce il primogenito Luciano Tiburzi
Ma l'atteggiamento di Domenichì non cambia. Di tranquillizzarsi non vuol saperne ancora. Con Luciano Domenico Tiburzi non avrà mai un buon rapporto. i loro contatti saranno perpetuamente segnati dall'incomprensione.
1864 Conosce il carcere dopo una rissa nata per insoddisfazione al gioco delle carte presso l'Osteria dell' Eufrasia, in Via della Croce, a Cellere.
Reagisce male ad una provocazione.. La serata sfocia in rissa e Domenico apre un paio di pance e viene portato via dalle guardie
1867 Gli nasce il secondogenito Nicola:
Nicola sarà il figlio prediletto per Domenico, praticamente da subito
1867 Primo omicidio: 
Fredda Angelo Del Bono, un guardiano del Marchese Guglielmi che l'aveva multato in modo esoso ed irragionevole per aver sottratto del foraggio al padrone. Rossi (compare della vittima) riuscirà a fuggire e, un paio d'anni dopo denuncerà Tiburzi mentre questi si trova al fresco per ubriachezza molesta.
1869 Tiburzi è condotto in carcere a Civitavecchia
Di qui, ragazzi, non si scappa, anzi, non si scapperebbe.. Diciotto anni. E solo perché l'ottimo avvocato Lensen era riuscito, argomentando, a fargli schivar la pena di morte 
1870 Breccia di Porta Pia. Il regno papale è ridimensionato e in Maremma si diventa tutti italiani.
Ma di fatto non cambia nulla. I latifondi restano in mano ai pochi possidenti che già esistevano mentre gli altri disgraziati seguitano a sfondarsi la schiena
1872 Trasferimento al carcere di Tarquinia e fuga
Durante un lavoro esterno il guardiano si addormenta. Domenico lo disarma e scappa con l'inedito squinternato duo del "Tortorella e "Innamorato"
1873-77 In banda con David Biscarini
Col Biscarini Domenico diventa un brigante temuto. Impara l'arte. E in breve supera il maestro
1874 “Sono Domenichino si muore!” frase che annuncia il secondo omicidio.
Domè fa secco il Ceccaroli, l'operaio di frantoio che aveva fatto pesanti avance a donna Veronica
1877 Muore Biscarini vittima di agguato (grotta del Paternale- Farnese). 
Domenico Tiburzi sfugge rocambolescamente, in mutande ai regi carabinieri
1977 Sequestro dei fratelli Balestra. riscatto di millecinquecento lire, e due confezioni di sigari
1879 Sequestro Maioli. 
Il Tiburzi dopo questa esperienza interrompe l'attività di sequestro e diventa il “Livellatore”, un soggetto che contribuisce al mantenimento dell'ordine e dello status quo
1880 Prime opere di livellamento: 
Tiburzi liquida pure Cenciarello Pastorini, suo gregario, per insubordinazione e mancanza di rispetto e, poco dopo Basili per insubordinazione.
1882 Tradimento dell'amico boscaiolo Antonio Vestri. 
I carabinieri sono condotti alla caverna dallo stesso Vestri e Tiburzi e Biagini rischiano le penne
1883 Truce omicidio Vestri che si era lasciato corrompere e li aveva venduti. Anzi, ci aveva provato.
Il boscaiolo è trucidato e scannato. simile sorte tocca anche ai suoi due incolpevoli animali da traino
1884 Tiburzi deve uccidere la sua affezionata canina Titti perché troppo rumorosa e riconoscibile.
1888 “Non si ruba il lardo ai gatti” 
Furto e uccisione di un maiale di proprietà del nipote di Domenichino. Tiburzi acciuffa il responsabile, tal boscaiolo Pecorelli e accidentalmente lo colpisce. Il poveruomo morirà dopo sei giorni di sofferenze atroci
1889 La banda si allarga. 
Con Fioravanti e Bettinelli si sale a quattro (per poco). Numero giusto, finalmente, per lo scopone scientifico.
1889 Uccisione del “Principe” Gigione
Tiburzi e Biagini condannano a morte Gigione Bettinelli per insubordinazione e per gli atteggiamenti volgarmente irrispettosi e brutali con le donne. Luciano Fioravanti esegue la condanna
1889 “Il messaggio dimenticato” Morte di Domenico Biagini
Morte del curato per colpa di una mancata ambasciata da parte del Gabrielli (Fattore del Marchese Guglielmi)
1890 Vendetta: 
Tiburzi e Fioravanti uccidono Gabrielli davanti ai suoi vice-fattori
1890 Muore Luciano Tiburzi. 
Il padre Domenico che, mai in vita era riuscito a stabilirci un rapporto, lo veglia per tutta la notte.
1890 L'altro figlio Nicola si sposa. 
Intervento diretto del Re del Lamone per convincere i suoceri a concedere la mano la figlia al figlio superstite a suon di soldoni e regali
1891 A Nicola nasce figlio Tiburzio Tiburzi
1891 Menichetti e Ansuini uccidono un “figlio di mamma”carabiniere. 
Questa sarà la goccia che fa traboccare il vaso. Ci sarà un giro di vite contro il brigantaggio maremmano
1892 Retate finalizzate ad arrestare i “manutengoli”, fiancheggiatori di Domenichino. 
Inizia il processone.
1893 Caccia all'uomo senza risultati. Tiburzi è scomparso. Forse è a Roma…
1894 Ancora caccia all'uomo senza risultati. 
Tiburzi è un fantasma. Forse è in Francia. Oppure forse è in una residenza dorata messagli a disposizione dai vari potenti di zona per tenerlo lontano dalle guardie e, più importante, per non rischiar di vederlo alla sbarra. Ad esternar pericolosissime confessioni.
1896 Ritorno di Tiburzi in Maremma
Il 24 Ottobre 1896 Tiburzi muore. 
Forse è lui stesso a togliersi la vita oppure viene ucciso da cinque carabinieri guidati dal brigadiere Giudici.
Il giorno le spoglie sono a Capalbio. Si rischierà la scazzottata dal momento che la gente esige che Tiburzi venga sepolto in terra consacrata mentre il prete non è disposto ad accettarlo.
Alla fine sarà il compromesso a trionfare e il brigante resterà dentro per metà. L'altra metà sarà esterna al perimetro del camposanto.



 
Ho tirato un po' via...
Sono stato sintetico, anche se abbastanza preciso, perchè il mio scopo era di inquadrare i frammenti di esistenza di quest'uomo straordinario. Le sue tracce, senza narrativa nè fantasie
Ok, magari piano piano aggiungo qualcosina

giovedì 14 ottobre 2010

sto lavorando... si fa per dire


Sto lavorando ad una storia cominciata oltre un secolo fa, tra macchia e palude. Tra fame e malaria. E disperazione. La storia si intitola Le orme di Tiburzi (si intuiva, no!?)..
Per il manoscritto ho preso spunto dal favoloso lavoro pubblicato da gente di grande spessore intettuale come il professore Alfio Cavoli, maremmanologo illustre ed autentico motivo di vanto per le nostre terre.
Ho preso anche spunto dalla storicamente ineccepibile ricostruzione di Angelo la Bella e Rosa Marcarolo.
Nel loro "Tiburzi senza Leggenda" è analizzata in maniera assolutamente scientifico la storia del brigante, dei suoi 24 anni di vita da latitante e, nondimeno, del contesto sociale e politico che accoglie tutta la vicenda.

Una vicenda che pare una frenetica rincorsa tra la disperazione e la fame, tra macchia e padule, tra le schioppettate dei "figli di mamma" (I carabinieri come li chiamava Domenichino) e la malaria.
Una rincorsa che ha avuto il noto esito la notte del 24 Ottobre 1896 a Le Forane di Capalbio, nella casa dell'amico Nazareno Franci...
Nel cimitero di Capalbio riposa Domenico Luigi Tiburzi, dopo esserne stato seppellito ai margini.

Anticipo che il mio lavoro avrà carattere di romanzo monografico. Con solide basi storiche che, a braccetto, portano a spasso la fantasia dell'autore, mia cioè. Con la quale mi accingo a descrivere degli sviluppi inattesi.

MicheleMarchiani